“El Ojo”

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“El ojo” si trova nel mezzo di una palude nella provincia di Buenos Aires fra le città di Campana e Zárate, vicino al delta del Paranà, nel nord-est dell’Argentina. Si tratta di un’isola dalle caratteristiche uniche: quasi geometricamente perfetta nella sua rotondità, con 118 metri di diametro, è ricca di vegetazione bassa che cresce su un terreno molto solido ma galleggia in uno specchio di acqua limpida e fredda di poco più grande, e si muove lentamente ruotando sul suo asse. Lo specchio d’acqua con l’isola galleggiante che ruota da sola appare dall’alto come un grande occhio, da cui il nome, si trova alle coordinate 34° 15’ 07.8”S, 58° 49’ 47.4”O ed è visibile almeno dal 2003 (data della più vecchia immagine di Google Earth cha la ritrae). Le teorie sulla sua nascita abbondano, con ovvie ipotesi sulla attività degli UFO o sulla rivelazione della presenza di Dio sulla Terra.

Nel 2016 il regista e produttore Sergio Neuspillerm si è unito all’ingegnere idraulico e civile di New York Ricardo Petroni per lanciare una campagna di crowdfunding per finanziare un team di ricercatori con l’obiettivo di scoprire quali interventi, naturali o meno, avessero portato alla formazione dell’isola. La campagna non ha avuto successo e si è chiusa alla fine del 2016.

Il gruppo sperava di utilizzare il crowdfunding per finanziare un’ampia ricerca scientifica (con una certa attenzione anche ad eventuali componenti del paranormale), tra cui una spedizione subacquea, raccolta di dati con droni e campionamento di piante locali, suolo e altri oggetti. Nel team sarebbero stati coinvolti biologi, geologi e ufologi.

In attesa di riuscire a trovare fondi per un progetto di ricerca sul campo, sono state avanzate alcune ipotesi sulla formazione di “El ojo”. Sono state innanzitutto rilevate similarità con formazioni come il Westbrook Ice Disk osservato fluttuare e ruotare nel fiume Presumpscot nel Maine durante l’inverno del 2019: tali dischi di ghiaccio si dimostrano comuni quando si verificano le giuste condizioni atmosferiche. Cosa rende i dischi di ghiaccio come quello di Westbrook così perfettamente rotondi? Taglio rotazionale. In altre parole, quando una corrente d’acqua scorre su un lato di una formazione di ghiaccio galleggiante facendola ruotare, questa viene ripetutamente erosa e levigata lungo i bordi, formando un cerchio altamente simmetrico.

Applicare la teoria dei dischi di ghiaccio a “El ojo” significa immaginare che una corrente d’acqua ragionevolmente lenta scorra sotto un lato dell’isola galleggiante, facendola ruotare naturalmente in una direzione. L’azione di rotazione dell’isola, a sua volta, avrebbe portato all’erosione dei bordi dell’isola stessa in modo circolare ed avrebbe scolpito il foro contenitore rendendolo anch’esso circolare. Il “terreno” di cui l’isola è costituita potrebbe essere un intrico di alghe compattate dal peso della struttura formatasi: altre isole di alghe, anche se non circolari e non rotanti, sono infatti presenti in specchi d’acqua in tutto il Sudamerica. Nella formazione di “El ojo”, probabilmente anche grazie alla rotazione, le alghe hanno formato un substrato particolarmente solido e resistente, ottimale per lo sviluppo di vegetazione arbustifera che con le proprie radici fornisce ulteriore struttura e resistenza al substrato stesso. L’isola rotante potrebbe essere quindi il frutto di un insieme di condizioni naturali che hanno concorso inaspettatamente alla sua formazione e che ne consentiranno la vita finché perdureranno.

E.P.

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