Remember Kobane: La Casa delle Donne di Kobane

La casa delle donne di kobane

Kobane è una casa. Kobane è un edificio. Kobane è una città. Kobane è stata una guerra. Kobane è una donna. Kobane è tante donne. Kobane è una speranza. Kobane è una casa per le donne, un’accademia delle donne.

Era un’idea immateriale che voleva  trasformarsi  in sostanza materiale, iniziando a germogliare nei cuori e nelle menti di alcuni uomini e donne tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. Kobane allora non era ancora lo scenario, l’ambientazione di una graphic novel di Zerocalcare (“Kobane calling”), ma il teatro di una sanguinosa guerra nel Kurdistan siriano (Rojova) tra la popolazione curda e l’IS. Un angolo di mondo che vedeva le donne, qui spesso vittime,  assumere un ruolo da protagonista per la difesa e la lotta di un modello di mondo diverso. Dove il “contratto sociale” si fonda su parità tra i generi, ecologia, democrazia dal basso, sviluppo di pratiche democratiche, rispetto delle minoranze e delle religioni.

In questo contesto di emergenza  alcune donne rappresentanti le associazioni romane di Ponte Donna e Lucha y Siesta, a fine febbraio 2015 si recano a Kobane  per conoscere priorità e bisogni delle donne curde. Incontrando, tra le altre, le responsabili di Yekitiya Star, l’organizzazione femminile che gestiva la Casa delle Donne, distrutta durante gli scontri. Donne che incontrano altre donne. Donne che parlano con altre donne. Idee e solidarietà che dialogano e allora le basi per ri-costruire si possono gettare. È vero Kobane è in Kurdistan. Kobane è in Siria. Ma, Kobane, dopo questo incontro sarà anche in Italia. Nasce così l’idea, durante la I° Conferenza “Reconstructing Kobanê” di Dyarbakir (Turchia) nel maggio 2015, di ricostruire la Casa delle Donne a Kobane. A questo incontro ne seguono altri, numerosi, sia in Rojova che in Europa e agli incontri, al pensiero, seguirà l’azione.

Grazie all’interessamento e all’intervento professionale di ingegneri ed architetti italiani ed inglesi, nonché al coinvolgimento della Chiesa Evangelica Valdese, che riconosce al progetto “Ri/Costruiamo Kobane – la Casa delle Donne”, un importante sostegno economico, La casa delle donne di Kobane è oggi un cantiere di lavoro. A lavorarvi non imprese italiane o “contractors”, ma artigiani locali e produttori esperti di mattoni di terra di Kobane e nei suoi dintorni, che a loro volta contribuiscono alla formazione di altro personale.

La casa delle donne di Kobane è, e diventerà, uno spazio fisico e sociale. Pensato per trasformarsi nel tempo in un’Accademia delle donne. Una casa custode di un tempo e di un mondo edificati sulle fondamenta della parità di genere. “Un luogo d’incontri internazionali rivolto a tutte le donne del mondo, dove poter mettere in comune le idee, le pratiche agite nei vari paesi, fare impresa al femminile, sperimentare buone prassi di genere, migliorare la salute delle donne. Uno spazio privo di confini che progressivamente si trasformi in una vera e propria Accademia Internazionale dei diritti delle donne”. [www.pontedonna.org]

Tre livelli in cui troveranno ubicazione: cucina; crèche (spazio ludico per bambine/i); auditorium; un’ agorà, dove le donne possano incontrarsi, parlare e tessere relazioni; biblioteca e sala studio; aula di formazione; sartoria; punto vendita; foresteria e consultorio.

Kobane è quindi, si,  un’idea, una folle idea e così come la casa delle donne di Kobane è un simbolo, ha molteplici significati.

Sta a noi interpretarli e aiutarli a diffondersi.

(gb)

Per saperne di più: Associazione PonteDonna

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