Google ha sviluppato una soluzione per rendere il suo Google Nest Hub il dispositivo ideale per un hotel. Con uno smart display Nest Hub in ogni camera d’albergo, gli ospiti sono in grado di utilizzarlo per avere qualsiasi tipo di informazione relativa all’hotel, riprodurre musica, guardare le previsioni del tempo, ordinare asciugamani puliti, fare il check-out e molto altro ancora.
Per gli ospiti un’esperienza più utile e comoda in camera mentre la direzione della struttura risparmia tempo, aumenta la percezione della propria immagine e libera il proprio personale per supportare gli ospiti in altri modi.
Google Nest Hub
Il Google Nest Hub è un assistente domotico, evoluzione degli ormai noti Amazon Echo/Alexa e Google Home, che si propone con un display da ben 7 pollici (uno schermo piuttosto ampio per essere un semplice oggetto di compagnia domestica) aggiungendo quindi alle funzionalità audio anche il video. Effettivamente le sue funzioni vanno ben oltre ciò a cui potremmo pensare.
Lo smart device consente di:
- Ascoltare musica su YouTube
- Dare un occhiata alle condizioni meteorologiche
- Osservare le indicazioni stradali
- Leggere le news del giorno
- Leggere le migliori ricette
- Fissare un calendario appuntamenti
- Controllare i dispositivi di casa connessi
Tutte queste funzioni sono associate all’integrazione con l’Assistant di Google, il quale sarà in grado di svolgere tutto ciò grazie alla sua Intelligenza Artificiale, già presente negli altoparlanti della famiglia Home e su tutti i dispositivi Android in circolazione. Ogni funzionalità supportata può essere gestita attraverso i comandi touch, quelli vocali o passando dall’applicazione Home installata sullo smartphone. L’interfaccia è “a schede” e la navigazione touch avviene principalmente mediante swip.
Il prezzo di Google Nest Hub in Italia è stato fissato al lancio (12 giugno 2020) ad € 129, ma sul sito ufficiale italiano è ora (settembre 2020) ad € 89,99. Dedicato a chiunque voglia essere più smart e avere un dispositivo in casa con la quale poter interagire e ottimizzare le tempistiche.
La soluzione Nest Hub per le strutture ricettive
La comodità e l’utilità degli smart display possono estendersi oltre l’utilizzo casalingo. Google lo ha capito e sta ora lavorando per mettere un Nest Hub in ogni stanza d’albergo e per esaltare i vantaggi contactless dei comandi vocali con il supporto di immagini sullo schermo. L’utilizzo più elementare dei Nest Hub per camere d’albergo copre le richieste di servizi comuni da parte degli ospiti. I possibili comandi vocali “Hey Google” includono, ad esempio:
- Fissa una sveglia
- Chiedi al mio hotel degli asciugamani extra
- A che ora chiude la piscina?
- Quale è il menu di oggi del ristorante?
- Parlami delle offerte speciali
- Spegni le luci della camera/accendi il televisore/chiudi la porta…
Altre informazioni che possono essere visualizzate includono previsioni del tempo, siti locali, consigli sui ristoranti e aggiornamenti di notizie.
Gli ospiti potranno “dialogare” con nest hub chiedendo cose come “Ehi Google, programma una sveglia” o “Ehi Google, chiedi al mio hotel degli asciugamani extra” o “Ehi Google, a che ora chiude la piscina?”, o ancora “Ehi Google, che tempo farà domani?”. Un altro livello di integrazione è la possibilità di effettuare il check-out dallo smart display in modo che gli ospiti non debbano attendere in fila alla reception, mentre i sondaggi di metà soggiorno proposti sul display potrebbero misurare la soddisfazione degli ospiti e identificare eventuali problemi.
Nel frattempo, gli ospiti hanno a propria disposizione anche un hub multimediale personale dell’hotel ovvero possono operare con comandi vocali mentre Google propone come accoppiare il telefono tramite Bluetooth per riprodurre musica su altoparlanti migliori. Gli hotel potranno configurare Nest Hub in modo che si integri con i dispositivi intelligenti nella stanza, inclusi tapparelle, TV, frigobar e illuminazione.
Google ha già collaborato con i seguenti hotel per distribuire Nest Hub nelle camere degli ospiti:
- Fairmont Princess (Scottsdale, Arizona, USA)
- Dr. Wilkinson’s Resort (Calistoga, California, USA)
- Gale and Shelborne South Beach (Miami, Florida, USA)
- Gansevoort Meatpacking and Synergy Chelsea (New York City, USA)
- Hotel Zena and Viceroy (Washington D.C., USA)
- Village Hotels (U.K.)
Altre località stanno aggiungendosi in USA e UK, mentre il lancio di Hortel Nest Hub in Italia è previsto per l’inizio 2021.
Controllanti o controllati? I timori per la privacy
Chiunque sia minimamente attento alla propria privacy si pone a questo punto delle domande, sia per quanto riguarda il Nest Hub di tipo Home che per quanto riguarda quello nelle camere degli Hotel. Voglio che Google abbia dei microfoni a casa mia? Che sappia cosa faccio e quali sono i miei interessi, ricavandoli dalle mie domande? Probabilmente si, data la diffusione di Nest Hub di tipo Home, ma la comodità di poter convocare l’Assistente Google con la mia voce in contesti dove non vengo identificato personalmente (Nest Hub di tipo Hotel) è certamente ed assolutamente interessante. Quindi, se per i dispositivi Google Nest in casa propria il rischio – almeno potenziale – c’è (Google Nest non ha per ora telecamere, ma la geolocalizzazione del dispositivo e il suo possibile collegamento con informazioni personali/sensibili è certamente possibile), per il Nest Hub negli hotel la situazione è differente. Quando gli ospiti entreranno nella loro stanza, si troveranno di fronte al dispositivo intelligente. Come potranno interagire in sicurezza? Prima di tutto, la funzionalità non richiede che l’ospite effettui il login: funzionerà senza inserimento di username e password personali. Sebbene lo smart display Nest Hub abbia un microfono, questo può essere completamente disabilitato tramite un interruttore hardware. Come già detto, Nest Hub non ha una videocamera, quindi non c’è il rischio (con i modelli attuali, perché la versione Nest Hub Max recentemente presentata da Big G ha anche la videocamera, disattivabile ma comunque presente) che registri video. Google promette e garantisce inoltre che nessuna registrazione audio verrà memorizzata, e che tutte le attività verranno cancellate quando il device verrà resettato per l’ospite successivo.
Quindi? Di fatto partiamo oggi da una situazione in cui la nostra privacy è garantita. Ci viene offerto un servizio utile, interessante, senza che vengano registrate immagini e richiesti dati personali. Il punto è che, tra qualche anno, quando ci saremo abituati a tutto ciò, che considereremo ormai “indispensabile”, saremo ben disposti a cedere una “piccola parte” della nostra privacy per ottenere servizi ancora più utili ed interessanti, e piano piano la “piccola parte” diventerà, con il nostro consenso informato ed inevitabile, il 100%. Ovvero, quanto potrà essere utile poter dire “Hey Google, chiama mia sorella e dille che a cena domani sera non ci sarà la mamma perché si sente poco bene, ma che la cena è confermata, e che deve ricordarsi di comprare il pane”? Comodissimo poter delegare con una semplice e rapida informazione verbale ad una intelligenza artificiale una operazione che materialmente ci impegnerebbe per molti minuti ed energie, sottraendoli al lavoro, ad altri impegni non delegabili, o anche solo al riposo. Con questa rapida informazione verbale accettiamo però di dare, e di aver dato in precedenza, moltissime informazioni personali al sistema: chi siamo, dove siamo, quale è il nostro recapito telefonico, chi è nostra sorella, dove si trova, quale è il suo recapito telefonico, informazioni sulla salute di nostra madre, informazioni sulle attività sociali della famiglia, informazioni su necessità/possibilità di acquisto di alimentari (in una data, in una determinata area o persino in un determinato esercizio commerciale), informazioni sulla mobilità (data, orari, itinerario previsto, probabile mezzo utilizzato), informazioni sulla presenza/non presenza in determinati luoghi e in un determinato momento di un determinato numero di persone…
Sempre di più, e questo è inevitabile, tutto è interconnesso, misurabile, prevedibile. Perché a noi conviene ed è utile, e quindi accettiamo (magari anche senza rendercene conto completamente, nonostante ne siamo informati correttamente) che a qualcuno convenga dal punto di vista economico.