Marchi e bollini saranno assegnati per segnalare attività, servizi e luoghi a misura di tutti. Previsti pocket formativi sulla disabilità per le scuole, rigenerazione urbana in chiave inclusiva smart box sociali per un turismo accessibile, disability manager nelle aziende.
Oltre 150 idee per un futuro a misura di tutti, “idee innovative pronte a tradursi in azioni concrete per rendere le persone con disabilità protagoniste attive della società: un obiettivo che la Fondazione CRT porta avanti da anni con progettualità, risorse e la costruzione di una vera e propria community dell’inclusione” ha detto il Presidente di Fondazione CRT Giovanni Quaglia.
Le 150 idee sono contenute nella prima Agenda italiana della disabilità promossa da Fondazione CRT e Consulta per le Persone in Difficoltà e sarà disponibile a partire dal 3 dicembre, attraverso la comunità online dell’iniziativa (su www.fondazionecrt.it e www.cpdconsulta.it): un modello di inclusione partecipato, frutto di un lungo percorso di ascolto e co-progettazione iniziato un anno fa, con il coinvolgimento di circa 300 soggetti, tra organizzazioni non profit e “portavoce” della società civile. L’agenda è costruita attorno a sei “goal” :abitare sociale, sostenere le famiglie, vivere il territorio, lavorare per crescere, imparare dentro e fuori la scuola, curare e curarsi. S vuol costruire un piano di azioni concrete e innovative sulla base delle esigenze, mutate anche alla luce della pandemia, delle persone con disabilità, delle loro famiglie e delle comunità.
Il documento, che guarda alla disabilità come opportunità e risorsa, raccoglie la sfida del “Leave no one behind” dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo Sviluppo sostenibile, ed è coerente con gli obiettivi della Strategia europea per i diritti delle persone con disabilità.
Lanciata in occasione della prossima Giornata Internazionale della Disabilità, del 3 dicembre, l’Agenda è “aperta” perché rappresenta il punto di arrivo di un anno di lavoro e, al tempo stesso, il calcio di inizio di una nuova ‘partita’ della Comunità Virtuale su www.agendoperlagenda.it. Nel 2022 la piattaforma agendoperlagenda.it sarà il luogo in cui trovare raccolti i progetti più innovativi attualmente prodotti rispetto al tema delle disabilità e della fragilità, spiegati anche attraverso le interviste a chi li ha realizzati. Un grande cloud dove poter partecipare online a incontri, talk e forum, proposti a ciclo continuo durante tutto l’anno e che avrà come scopo principale quello di continuare a lavorare sui temi dell’Agenda e sostenere la creazione di una nuova rete tra associazioni e mondo civile.
Solo in questo modo – dichiara la Presidente della Consulta per le Persone in Difficoltà Francesca Bisacco – potremo aggiungere un altro tassello per far sì che le persone con disabilità siano parte di questo mondo e non un mondo a parte”.
Ma vediamo più a fondo le idee dell’Agenda. Si va da idee progettuali che puntano alla rigenerazione urbana pensando a tutti i cittadini, anche a quelli più fragili (ad esempio, vengono proposte campagne di raccolta fondi – crowdfunding e fundraising – per riconvertire spazi pubblici abbandonati in luoghi di aggregazione, percorsi di formazione ad hoc per gli studenti di ingegneria di architettura finalizzati a “immaginare” spazi di co-housing adatti a tutti).
Idee che ripensano lo spazio costruito e l’ambiente in chiave di universal design, che individuano suggerimenti e azioni per una maggiore fruibilità della cultura, dello sport, del tempo libero (dalle smart box sociali dedicate al turismo accessibile ai facilitatori, come l’easy to read, per fruire delle mostre). Forte è l’attenzione verso le famiglie con la messa in campo di azioni di informazione, accompagnamento, sostegno nella quotidianità e nelle emergenze (ad esempio attraverso “antenne” e sportelli distribuiti sul territorio, la promozione di meccanismi di sostegno “tra pari” per ampliare la possibilità di fruizione da parte delle persone con disabilità, anche con difficoltà economiche, delle opportunità del territorio)
Molte le idee progettuali focalizzate sulla formazione (con pocket formativi sulla condizione di disabilità che possano essere inseriti nei piani scolastici annuali, percorsi formativi per personale scolastico, la promozione di progetti di mobilità all’estero, come l’Erasmus, per gli studenti con disabilità, iniziative di contrasto alle fake news sulla disabilità) e verso nuove strategie che consentano alle persone di entrare nel mondo del lavoro e di rimanerci in maniera adeguata, attraverso l’accompagnamento, l’affiancamento sia delle persone che delle aziende, con un occhio anche all’autoimprenditorialità (ad esempio attraverso l’introduzione delle figure del mediatore e del disability manager negli ambienti di lavoro, l’avvio di collaborazioni sulla disabilità con centri di formazione professionale, la mappatura delle opportunità di alternanza scuola-lavoro, eventi di speed networking – un format di incontro progettato per accelerare i contatti aziendali e scambiarsi informazioni tra datori di lavoro -, lo sviluppo di piattaforme digitali per favorire lo scambio di informazioni e conoscenze sulle esperienze di autoimprenditorialità delle persone con disabilità).
E poi la salute con progetti che sostengano e accompagnino le persone con disabilità e le loro famiglie in particolare nelle strutture ospedaliere, che rendano davvero accessibili gli ambulatori specialistici in modo che sappiano accogliere persone con differenti disabilità (introducendo ad esempio la figura del mediatore sanitario e crediti formativi sulla disabilità per gli operatori sanitari). Rimuovere insomma qualsiasi ostacolo che limiti l’accesso alla diagnosi, alla cura, alla riabilitazione, alla prevenzione.
Un impegno per l’inclusione che si intende riconoscere attraverso un sistema di marchi e bollini da assegnare ad attività, servizi e luoghi a misura di tutti.