The Conference of the Birds: teatro a Deir Maryam

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C’è un luogo di pace nel Kurdistan iracheno. Si tratta di un piccolo monastero, fondato nei locali di una vecchia parrocchia: è il monastero di Deir Maryam a Sulaymaniyya, poco distante da Kirkuk.

A ben vedere qui non regna il tipo di pace che ci si aspetterebbe da un monastero: non c’è buio, non c’è silenzio, non c’è solitudine. Al contrario: è un posto pieno di luce e di persone, dove si parla, si canta, si condivide. Ma è un luogo pacifico perché è qui che centinaia di persone hanno trovato rifugio e pace interiore, un riparo dal trauma, un porto sicuro.

A introdurci nelle stanze e i cortili di Deir Maryam è The Conference of the Birds, film del regista iraniano Shahab Kermani, presentato dal Centro Studi Federico Peirone e l’Associazione Amici di Deir Mar Musa fra le anteprime del Torino Film Festival 2022 lo scorso 22 novembre.

Durante la guerra civile siriana i monaci e le monache del monastero siriano di Deir Mar Musa, fondato da Padre Paolo Dall’Oglio, si allontanano per trovare una nuova casa nel monastero fratello di Deir Maryam; tra il 2014 e il 2017 qui accoglieranno oltre 250 profughi cristiani in fuga dalla Piana di Niniveh, invasa da ISIS.

Fra le diverse attività proposte ai nuovi ospiti vi è un progetto teatrale: la rappresentazione di uno spettacolo ispirato dal poema tradizionale persiano La Conferenza degli Uccelli, che è anche appunto il titolo del film.

Il grande valore simbolico ed emotivo di questo racconto è servito, come raccontano gli stessi protagonisti, e il film riesce a mostrarlo perfettamente, come un percorso di crescita e di guarigione per i profughi ospiti del monastero. Il teatro è stato in questo caso uno strumento per riscoprire la propria forza, le proprie capacità, la propria agentività, per uscire dal ruolo di vittime e riscoprirsi capaci di produrre qualcosa di creativo e di potente. La produzione diventa un processo di cura interiore operata attraverso la collettività, un lavoro di superamento del trauma e risanamento del proprio animo non solo grazie alla riflessione, ma alla condivisione e all’emergere di una nuova consapevolezza, quella di essere accomunati agli altri nel proprio sentire, e nella propria sofferenza.

The Conference of the Birds ha voluto, nelle parole del regista (presente in Sala durante e dopo la proiezione), proprio mostrare e trasmettere l’atmosfera pacifica che ammanta il monastero, e che ha garantito a quelle persone un rifugio e un luogo sicuro in cui trovare lo spazio per avvicinarsi al proprio processo di “guarigione”.

Grazie a una fotografia delicata e quieta, a immagini lente, evocative, riflessive, a una macchina da presa capace di far emergere il mondo interiore dei soggetti senza mai essere invadente, Shahab Kermani riesce perfettamente nel suo scopo, e regala allo spettatore non solo un viaggio a Sulaymaniyya, ma quello che sembra un vero e proprio momento di condivisione con gli abitanti di Deir Maryam.

Uno sguardo profondo e delicato su una realtà troppo spesso dimenticata o negletta, perché il cinema, come augura Steve Della Casa, Direttore Artistico del TFF, possa frantumare quelle rocce che sembrano inscalfibili e che solo col pensiero si possono distruggere.

Redazione

Per saperne di più: Shahab Kermani, Centro Studi Federico Peirone, Associazione Amici di Deir Mar Musa

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