“Sportelli lavoro” in carcere

sportelli lavoro carcere in piemonte

Siglato oggi, 24 gennaio 2019, il Protocollo d’intesa tra Regione Piemonte, Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria per il Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e Ufficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte per l’attivazione di “Sportelli Lavoro”, all’interno dei penitenziari piemontesi.

La pena come istituto rieducativo e non come vendetta”, le parole con cui il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, sottolinea la volontà di portare il sistema dei servizi al lavoro all’interno delle 13 carceri piemontesi, per “offrire ai detenuti un sostegno concreto per riconquistare la propria autonomia”. Un ulteriore tassello nella collaborazione tra Regione Piemonte, e Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria per il Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta che “rappresenta una delle prime esperienze a livello nazionale per offrire e favorire il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti attraverso servizi ed enti accreditati”, come ha specificato Gianna Pentenero, assessora al Lavoro e formazione professionale della Regione Piemonte nel proprio intervento.

Un Protocollo d’intesa  capace di  “rispondere non solo ai dettami dell’articolo 27 della Costituzione, ma anche a quelli dell’articolo 3”, ha ricordato Liberato Guerriero, provveditore dell’Amministrazione penitenziaria per il Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, strumento capace di costruire percorsi interni che aprano ad un dopo di speranza e opportunità.

Ma non solo, per il Garante dei detenuti della Regione Piemonte, Bruno Mellano, il protocollo rappresenta “la sistematizzazione di un lavoro di rete durato diversi anni è che potrà diventare volano e stimolo per molti altri interventi, capaci di intercettare il problema della recidiva. Se la detenzione deve essere finalizzata al reinserimento tale può essere solo con percorsi individualizzati”. Una visione più ampia e sistemica quella del Garante regionale, non una semplice opportunità per le persone detenute, ma un “servizio di maggiore e generale sicurezza del territorio”.

Lo dotazione iniziale del progetto, per cui a breve verrà predisposto un Bando ad hoc per Servizi Accreditati al Lavoro, è di 3 milioni di euro, provenienti dal Fondo sociale europeo, che consentiranno di rivolgersi a una platea potenziale di circa 2300 detenuti (a meno di 4 anni dal fine pena), offrendo loro attività di orientamento, accompagnamento al lavoro e tirocini.

G. B.

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