Trota Marmorata a rischio estinzione

Trota marmorata

La caratteristica trota con la livrea marmorizzata, Salmo marmoratus, l’unica considerata autoctona dei fiumi piemontesi, rischia di estinguersi. In Italia è compresa  nella categoria di conservazione “critica” (il passaggio seguente è l’estinzione).

Nella giornata di studio organizzata dal Laboratorio Specialistico di Ittiopatologia dell’Istituto Zooprofilattico, il 31 marzo a Torino, si sono analizzate le cause.

Sul banco degli imputati l’immissione nei corsi d’acqua e nei bacini idrici piemontesi di specie importate da altri territori, che ne hanno alterato l’ecosistema. Il principale competitore della marmorata è la trota Fario, originaria dell’Atlantico o del sud dell’Appennino. L’allarme ha già prodotto interventi mirati, come quelli previsti dal progetto Life+Bioaquae nel Parco nazionale del Gran Paradiso per conservare la Trota marmorata: all’interno dei corsi d’acqua dell’area protetta, ricercatori e guardaparco hanno compiuto a metà marzo  monitoraggi per la verifica del successo delle prime immissioni di soggetti fatti nascere in cattività.  Positivi i  risultati riscontrati: nei torrenti, dove l’anno scorso erano stati immessi, sono stati ritrovati numerosi individui. Avannotti e trotelle, allevati nell’incubatoio realizzato dal parco in località Ghiglieri nel Comune di Locana, erano stati immessi in primavera ed estate in alcuni torrenti liberati dalla presenza di trota Fario, trascorrendo in natura il primo delicato inverno. Il ritrovamento di numerose trotelle in ottime condizioni fa ben sperare nel proseguimento delle azioni di conservazione di questa delicata specie.

La corsa per rallentarne l’avanzata, a scapito della marmorata, è già iniziata anche  in Piemonte,  grazie al nuovo “Piano Ittico Regionale”, lo strumento di cui la Regione Piemonte si è dotata per la corretta fruizione della risorsa idrica nei suoi aspetti ittici e genetici.

La tutela della biodiversità è fondamentale a livello locale e ogni territorio deve difendere le proprie specie autoctone: “Il piano – spiega Marino Prearo, Presidente della Società Italiana di Patologia Ittica – prevede severi controlli sanitari e genetici sugli animali riproduttori e sugli esemplari utilizzati per il  ripopolamento delle acque piemontesi”.

“L’Istituto Zooprofilattico è pronto e mette a disposizione i propri laboratori – sottolinea la Direttrice Generale, Maria Caramelliper effettuare sia le analisi di tipo genetico sia di tipo sanitario, anche per tutelare i bacini idrici piemontesi dalle patologie emergenti e più subdole, come la Saprolegniosi dei salmonidi”.

(P. G.)

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