Ascoltare dal vivo Claudio Ascoli raccontare, raccontarsi e narrare il Teatro di Chille de la balanza a San Salvi è un’esperienza sempre emozionante e coinvolgente. Una scoperta, nuova, ogni volta. Non ha fatto eccezione la serata dell’otto novembre presso le Officine Caos, in occasione della presentazione del volume “Pazzi di libertà: il teatro dei Chille a 40 anni dalla legge Basaglia” all’interno del Festival Differenti Sensazioni curato da Stalker Teatro.
Il teatro e la pazzia, gli ex manicomi, la legge Basaglia, il teatro di ricerca, con lui, nei suoi gesti, nelle sue parole diventano un modo per vivere, ri-vivere, si fanno corpo, spazi, luoghi, abitati da persone. Sono si teatro, ma teatro che vuole essere vita. Esperienze che potrebbero apparire faticose, ma che grazie a Claudio Ascoli e al Teatro dei Chille permettono di sorridere, di riflettere, di imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi, d vivere e non solo di sopravvivere, sia perché “le parole sono belle, ma i corpi sono meglio”, sia perché “la felicità implica il rischio della delusione” e “finchè non ci si stanca, ci si racconta solo, non si è se stessi”. Insegnando come un “luogo duro, possa essere pieno di tenerezza”.
Insomma parafrasando le parole di Pier Paolo Pasolini a commento di “Lettera a una professoressa” di Don Lorenzo Milani, a cui liberamente si ispira, con lo stesso titolo, una delle produzioni della compagnia portata a Torino nell’ambito di Differenti Sensazioni: “Pazzi di libertà riguarda sì il Teatro dei Chille come argomento specifico, ma nella realtà riguarda la società italiana, l’attualità di vita italiana”.
A parte la concretezza, la residenza della compagnia è nell’area dell’ex-manicomio di Firenze, come voluto dall’ultimo direttore, dr. Pellicanò sin dal 1998, e i risultati, “San Salvi città aperta” a tutt’oggi, ha visto la partecipazione di circa 400.000 persone, a rendere straordinario questo percorso è proprio la sua attualità. Se la recente chiusura degli OPG di cui il Commissario unico per il superamento Franco Corleone, ora Garante dei Detenuti della Toscana, nonché “autore” di alcune pagine del libro è stato uno degli artefici, a individuare ulteriori semi di riflessione e agganci con l’attualità è un altro Garante. Bruno Mellano, Garante dei diritti dei detenuti della Regione Piemonte per cui Pazzi di Libertà “è un percorso che diventa stimolo culturale, battaglia politica. Aiutandoci a rimanere ancorati sul problema e a diradare la nebbia che a volte avvolge queste tematiche”.
Quello che emerge con forza dalle parole di Claudio Ascoli è l’impegno etico nel tempo per preservare la memoria, aprire alla cittadinanza, far capire che la diversità è un valore, idee senza tempo, che non hanno date di scadenza, dove a volte “le istituzioni più che supportare hanno sopportato”.
Pazzi di libertà era un libro sospeso, sino a non molto tempo fa, il cui titolo nasce su un treno lungo i binari che uniscono Firenze a Torino nel maggio 2018, il 13 maggio del 1978 veniva istituita la Legge Basaglia, che trasportava Claudio Ascoli proprio a presentare questo libro che non c’era. Ancora.
Ebbene oggi c’è, e racconta “non un teatro di ricerca, ma di ritrovamento ed un cammino dove non si cerca nulla, ma si è aperti a trovare qualcosa”, pagine e parole di cui si sentiva e si sente la necessità. Un racconto fatto con i compagni di viaggio incontrati nel tempo, amici più giovani e diversamente giovani, tra cui, oltre a Franco Corleone, la famiglia Pellicanò e Peppe Dell’Acqua che per diciotto anni ha diretto il Dipartimento di Salute Mentale di Trieste.
G. B.
Per saperne di più: www.chille.it, www.pacinieditore.it