La prima uscita pubblica dalla nomina a direttrice del Festival di Cinema gay-Lovers è di sabato 8 giugno, al Gay Pride di Roma, ed è tato quanto di più promettente si potesse immaginare: un bacio lungo e appassionato, ben esibito a favore di fotografi e telecamere con Asia Argento. Due giorni prima Vladimir Luxuria era stata nominata direttrice.
Promettente, dunque, sia detto con ironia ma anche senza. Ognuno può scegliere.
Quel bacio è diventato “la notizia” del Gay Pride romano. Anzi, è stato il Gay Pride tout court. Ed ha fatto il giro dei mezzi di informazione e comunicazione oggi conosciuti. E se tanto può dare tanto, anche a Torino durante il festival Luxuria non dovrebbe mancare di scuotere la rassegna con qualche uscita più o meno provocatoria, capace appunto di richiamare le attenzioni mediatiche, senza dimenticare peraltro che il personaggio stesso di per sé è in grado di far notare che a Torino c’è il Cinema gay-Lovers.
Non si può che essere d’accordo, dunque, col presidente del Museo del cinema Sergio Toffetti e con quando dice, nel commentare la nomina di Wladimir Luxuria, che la sua presenza consentirà di potenziare la visibilità dei programmi. Certo nelle intenzioni del presidente non c’è la ricerca della visibilità a tutti i costi. Ma è anche vero che Luxuria la visibilità spesso la ottiene con i gesti eclatanti, possibilmente idonei a suscitare reazioni scandalizzate più o meno giustificate.
Ma c’è un altro passaggio nelle dichiarazioni di Toffetti che sembra molto più importante, ed è quando auspica un dialogo più diretto non solo con la comunità Lgbtqi, ma con un pubblico sempre più ampio. Dunque a Luxuria è affidato un mandato finora mai raggiunto dal festival, se non in modesta misura: allargare la platea degli spettatori, uscire dal recinto degli addetti ai lavori e della militanza gay.
C’è chi coltiva qualche dubbio che la nuova direttrice sia la persona giusta a questo scopo: potrebbe incuriosire nuovi frequentatori del festival, ma anche allontanarne. Un fatto per ora sembra certo, ed è la sensazione che la nomina di Luxuria risponda ai desiderata della cosiddetta “comunità”: uno dei nostri, insomma, una transessuale capace di rappresentare la gran parte del pubblico del festival. Dunque una scelta “conforme”, rassicurante da quel punto di vista, che riporta quell’equilibrio venuto meno con la precedente direttrice, la regista Irene Dionisio, la cui nomina era stata oggetto di malumori in quanto figura non gay. Eppure proprio dal mondo omosessuale ci si aspetterebbero maggiori aperture mentali. il/la direttore/direttrice del festival torinese può essere chiunque abbia conoscenza di cinema, dei suoi ambienti, ed esperienza nell’organizzazione di rassegne cinematografiche, a cominciare dagli eterosessuali. Insomma, non necessariamente e non sempre un militante gay.
In ogni caso, tutto dipenderà dai programmi che metterà insieme Vladimir Luxuria, i film, i loro contenuti e le loro immagini, gli ospiti, gli eventi collaterali, oltre che dalla sua presenza in quanto tale. Tutto si conosce della nuova direttrice, attrice di cinema e di teatro, personaggio televisivo multifunzione, ospite di dibattiti sul piccolo schermo, protagonista di polemiche, tranne la sua attitudine nell’organizzazione di un festival. E magari potrebbe anche sorprenderci.
E allora, Luxuria facci sognare.
Nino Battaglia