Festival CinemAmbiente 2017

Festival CinemAmbiente 2017

L’uomo che ha rinunciato a civiltà e benessere e vive coi lupi in pace e armonia, i cambiamenti del clima all’origine di tanti guai, milioni di esseri umani poveri e indifesi depredati delle loro terre, l’inquinamento del suolo e dell’acqua che impedisce la vita a cominciare da quella degli esseri umani, la plastica che invade terre e mari, e ancora, le tante specie animali condannate all’estinzione, se continua così.

Accanto a qualche affascinante suggestione, temi di scottante attualità, denunce, allarmi, ma anche proposte per cercare di salvare ancora quel che c’è di salvabile e forse vivere un po’ meglio: è il ricco programma del torinese Festival di Cinemambiente (dal 31 maggio al 5 giugno), che quest’anno festeggia la ventesima edizione, prima e tuttora unica manifestazione cinematografica in Italia strutturata, appunto, come un festival in piena regola.

Il direttore Gaetano Capizzi, che con tanti torinesi di animo ambientalista e appassionati di cinema continua a credere in questa iniziativa nonostante tagli ai fondi (300 mila euro il budget quest’anno, in gran parte dovuto alle fondazioni bancarie) e qualche atteggiamento di sufficienza, ha preparato un’ edizione con 105 titoli, tra lungometraggi, corti e documentari, arrivati dai 5 continenti e tanti temi di grande interesse.
A cominciare dal film di apertura, “The Age of consequences”, che propone subito un argomento forte: il rapporto tra i cambiamenti climatici e i drammi sociali e politici che interessano questo primo scorcio del secolo, le ondate migratorie, il terrorismo, le piccole e grandi guerre che si combattono in tanti angoli del pianeta. Un nesso che a prima vista non è facile da cogliere, ma che evidentemente per l’autore del film Jared Scott c’è. E nella stessa serata il meteorologo Luca Mercalli presenta il suo rapporto sullo stato di salute della terra; al suo fianco, il giornalista inviato della Stampa Domenico Quirico.
Dunque cinema “militante” sul fronte ambientalista, e momenti di dibattito e confronto sullo stato di salute del mondo in cui viviamo, sui possibili rimedi, sui comportamenti individuali e collettivi, le cosiddette “buone pratiche”, che possono attenuare la corsa, forse inconsapevole, all’autodistruzione.
Anche Legambiente, a sua volta, presenterà il proprio rapporto sullo stato delle cose.
Di particolare interesse si annuncia un film su un fenomeno recente, il land grabbing, l’accaparramento di territori sterminati in Africa, Asia, America latina e altre aree del pianeta in via di sviluppo: se ne parla in “Land grabbing: silent land” e in “Rise-red power”. Contadini poveri, piccoli proprietari, indotti e talvolta costretti con le buone e spesso anche con le cattive a vendere i loro poderi a gruppi multinazionali privati o che operano per conto di Paesi dall’economia in sviluppo tumultuoso e particolarmente aggressiva.
La plastica che sommerge interi territori, spesso abbandonata nei campi o accumulata in immense discariche senza alcuna protezione, quella plastica che attraverso i fiumi raggiunge i mari anche nelle più insospettabili latitudini è al centro del film “Plastic China, Oceans le mistère plastique”.
Dell’inquinamento delle acque e del suolo si parla anche in “Holy (un) holy river”.
Tra i protagonisti di questa edizione, gli animali, e in primo piano le specie che stanno per estinguersi anche a causa dell’uomo e della sua azione irresponsabilmente devastatrice, nelle forme dirette o indirette, talvolta anche inconsapevoli: si racconta di loro in diversi film, come “Lion Ark” e “Naledi”, che documenta il bracconaggio degli elefanti. Ma a fronte di chi annienta bestie rare per uno squallido tornaconto o per puro, verto singolare divertimento, senza il minimo scrupolo, senza neanche porsi il problema di quale danno irreparabile sta arrecando a quelle specie, e in definitiva all’umanità, c’è invece chi con le bestie ci passa la vita: è il racconto del film di chiusura “La vallée des loups”, del documentarista francese Jean-Michel Bertrand. Un vecchio sogno, vivere con i lupi, sulle Alpi francesi, che ora il regista ha realizzato.
Solo qualche spunto, dunque, tra i tanti titoli e le mille sollecitazioni che offre il vasto programma del festival Cinemambiente, in un caleidoscopio di temi e argomenti ben rappresentato quest’anno dal gigantesco arazzo pieno di colori posto di fronte al Museo del cinema, che rappresenta il manifesto della ventessima edizione.

Cinemambiente, dal 31 maggio al 5 giugno, alla sala Massimo

(Nino Battaglia)

Per saperne di più: www.cinemambiente.it

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