Animali alieni: il pesce siluro nel Po 

Animali alieni: il pesce siluro nel Po

Con il termine “specie invasive aliene” non ci riferiamo a forme provenienti da un altro pianeta, ma a specie animali o vegetali introdotte accidentalmente o intenzionalmente in un luogo fuori della loro area di origine.

Le specie non autoctone possono essere utilizzate come fonte di nutrimento umano, vegetale ad esempio patate e pomodori o animale, allevati per la produzione di carne o formaggi, ad esempio la bufala. La criticità di specie animali o vegetali introdotte in contesti non loro, sta nel fatto che queste possono diventare invasive, causando gravi problemi: possono fungere da vettori di malattie, risultare dannose per l’ambiente, la fauna o le piante locali, con il rischio di rappresentare una minaccia in habitat dove non ci sono concorrenti o predatori, riproducendosi rapidamente e invadendo il nuovo ambiente. A favorire la diffusione di tali specie, sono i maggiori spostamenti dell’uomo, la globalizzazione del commercio e il cambiamento climatico. Fauna o flora indigene spesso non dispongono di difese naturali contro gli organismi “alieni”, così i costi dei danni provocati e le spese per l’eradicazione sono diventano elevati e complessi e le malattie proliferano. 

Anche per questo nel 2014, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato un regolamento recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche. In Italia, il Regolamento UE 1143/2014 è applicato attraverso il Decreto Legislativo 230 del 15 dicembre 2017, in cui si prevede che l’animale debba essere abbattuto per eliminare il problema alla radice.
A Torino un caso emblematico è quello del siluro d’Europa, “Silurus glanis”, un pesce d’acqua dolce che raggiunge le maggiori dimensioni tra i pesci europei, esemplare che può essere considerato l’opposto della trota marmorata dei fiumi piemontesi.  Può arrivare a due metri e mezzo e pesare anche oltre i 130 chili. È originario dell’Europa centro- orientale, il suo areale di distribuzione naturale va dal bacino del Danubio verso est fino all’Asia centrale, e ora si ritrova nei fiumi e laghi italiani perché introdotto per la pesca. Divenendo nel tempo un elemento dannoso per l’ittiofauna autoctona e non solo, essendo privo di rivali naturali per la mole e l’aggressività, se non l’uomo. Nel caso del pesce siluro, la sua problematica situazione è determinata dalle normative vigenti, che prevedono l’uccisione degli esemplari se questi vengono pescati, mentre la decisione di reimissione nelle acque in alcune regioni comporta una multa, a meno che non ci si assuma la responsabilità di ucciderlo e smaltire il suo corpo. 

Introdotto negli anni Cinquanta per la pesca sportiva, la sua presenza nel Po è spesso evidenziata a Torino dalla presenza di pescatori dell’est, intenti a catturare, per loro, questi prelibati colossi, e non si trovano solo nel fiume. A Ivrea la loro presenza è documentata nei laghi Campagna e Sirio, dove si studiano i suoi movimenti; infatti, nel lago Campagna di Cascinette sono in corso attività di monitoraggio nell’ambito del progetto LIFE Predator, finanziato dall’Unione Europea, che terminerà nell’agosto 2027. Il progetto, di cui la Città Metropolitana di Torino è partner, evidenzia come ora la sua presenza sia egemone per la fauna locale.  Presenza il cui contenimento risulta particolarmente complesso per cause multifattoriali. In questi laghi sono in atto sperimentazioni di metodi di cattura tramite reti multimaglia, pesca subacquea, long-lines, eletropesca. Oltre il monitoraggio, si studiano anche le abitudini e i movimenti della specie, in questo modo è possibile ottenere dati in merito alla diffusione e riproduzione del pesce siluro, tramite la telemetria acustica. Una tecnica che sfrutta un sistema di antenne ricevitrici negli ambienti lacustri e viene inserito tramite un impianto negli animali, che vengono marcati con un trasmettitore acustico che alla vista si presenta come uno spaghetto rosso. Questo microchip applicato ai singoli esemplari consente il monitoraggio del ciclo, diurno e della sua predazione notturna, per scoprire i luoghi che utilizzano per riposare e predare. 

Inserito nelle nostre acque per motivi di pesca, a oggi il pesce siluro è un classico esempio di quello che può comportare l’introduzione di una specie aliena in un altro habitat. 

Redazione 
 
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