Alibaba, il gigante cinese della tecnologia e proprietario di una delle più grandi piattaforme di scambio online B2B, ha annunciato l’intenzione di lanciare il proprio prodotto di intelligenza artificiale in stile ChatGPT: si chiamerà Tongyi Qianwen. La unità di cloud computing di Alibaba afferma che integrerà il chatbot nelle attività del portale alibaba.com nel “prossimo futuro”, ma non ha fornito dettagli sulla sequenza temporale precisa.
Negli ultimi mesi, le aziende tecnologiche di tutto il mondo hanno svelato i propri progetti riguardanti i chatbot di intelligenza artificiale generativa. Ricordiamo che con Generative AI ci si riferisce alla capacità di una macchina di generare un’informazione nuova e originale partendo da una serie di input che le vengono forniti. L’informazione generata spazia dai testi ai modelli 3D, passando per immagini, video e contenuti musicali. Questa nuova grande conquista dell’AI è stata abilitata da due principali fattori: il primo è la grande evoluzione dei modelli e degli algoritmi alla base dell’AI, che sono sempre più in grado di rappresentare le complessità delle sfide che puntano a risolvere, il secondo invece è l’avanzamento tecnologico degli hardware di nuova generazione che sono sempre più performanti e permettono di sfruttare appieno questa tecnologia.
Alibaba aveva rivelato all’inizio di quest’anno che stava lavorando a un rivale di ChatGPT, il primo e più noto sistema AI creato da OpenAI (organizzazione no-profit supportata da Microsoft), il cui accesso è stato recentemente disabilitato in Italia dal Garante per la Protezione dei Dati Personali. Anche Google ha recentemente annunciato il proprio modello di intelligenza artificiale e il rilascio di un chatbot simile.
Tongyi Qianwen si traduce approssimativamente in “cercare una risposta facendo mille domande“, ma Alibaba non ha ancora fornito una versione del nome in lingue diverse dal cinese. “Siamo in un momento di svolta tecnologica guidato dall’intelligenza artificiale generativa e dal cloud computing”, ha dichiarato Daniel Zhang, presidente e amministratore delegato di Alibaba, durante il lancio di Tongyi Qianwen avvenuto durante l’edizione 2023 dell’Alibaba Cloud Summit. Il software è attualmente disponibile in beta test per i clienti aziendali in Cina. La società ha affermato che Tongyi Qianwen, che è in grado di lavorare sia in inglese che in cinese, sarà inizialmente aggiunto a DingTalk, l’app di messaggistica sul posto di lavoro proposta da Alibaba. Il nuovo chatbot svolgerà una serie di compiti, tra cui trasformare le conversazioni delle riunioni in note scritte, scrivere e-mail e redigere proposte commerciali, pianificare itinerari di viaggio e consigliare le compere da effettuare. Tongyi Qianwen sarà integrato anche in Tmall Genie, l’assistente vocale di Alibaba. L’unità cloud del gigante cinese prevede di rendere fruibile il chatbot anche per tutti i clienti, in futuro. In seguito alla comunicazione da parte di Alibaba, le sue azioni alla borsa di Hong Kong sono aumentate dell’1%.
Come per ChatGPT, il nuovo sistema di Alibaba è in grado di apprendere dai dati del passato per creare contenuti indistinguibili dall’azione umana: può rispondere alle domande utilizzando un linguaggio naturale, simile a quello umano e può anche imitare stili diversi di scrittura, utilizzando Internet come database.
In Cina a lavorare su un nuovo modello di IA non c’è solo Alibaba ma si contano anche Baidu (il principale motore di ricerca in lingua cinese), con la sua applicazione Ernie Bot aperta solo agli utenti di prova al momento, Huawei Technologies che ha annunciato un evento imminente per svelare Pangu, e SenseTime (Società di intelligenza artificiale con sede a Hong Kong che sviluppa tecnologie tra cui riconoscimento facciale, riconoscimento di immagini, rilevamento di oggetti, riconoscimento ottico dei caratteri, analisi di immagini mediche, analisi video, guida autonoma e telerilevamento).
Martedì 11 aprile la Cyberspace Administration of China, Autorità di regolamentazione del cyberspazio cinese, ha presentato una bozza di misure per la gestione della tecnologia, ed in particolare dell’IA generativa. Secondo le regole proposte, le aziende sarebbero responsabili della legittimità dei dati utilizzati e delle metodologie di utilizzo di tali dati. Pechino sostiene l’innovazione e la divulgazione della tecnologia, ma coloro che non rispetteranno le regole potrebbero essere soggetti a pesanti multe o a indagini penali. Il pubblico avrà tempo fino al 10 maggio per dare un feedback sulle proposte.
Poche settimane or sono Elon Musk (CEO di Twitter) e Steve Wozniak (co-fondatore di Apple) avevano firmato insieme ad altre figure di alto profilo nel settore tecnologico una lettera aperta che chiedeva la sospensione dell’addestramento di potenti sistemi di intelligenza artificiale generativa, avvertendo che la corsa al loro sviluppo è ormai fuori controllo ed è diventata una minaccia per l’umanità. Nel frattempo, un recente rapporto della banca d’investimento Goldman Sachs ha stimato che l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire totalmente o parzialmente circa 300 milioni di posti di lavoro.
Speranze e timori circa l’evoluzione tecnologica sono sempre andati di pari passo, ma ora anche ad Oriente questo trend è presente nella quotidianità, ed in quella anche di chi non è un “nativo digitale” e non utilizza per nulla strumenti elettronici e sistemi informatici, ma la cui vita è indirettamente regolata, gestita, controllata sempre di più dalla tecnologia. La Cina è quindi sempre più… vicina.
E.P.