Sono tornati alla luce gli affreschi delle prime campate della storica Chiesa di sant’Andrea costruita nell’ XI secolo e sui cui venne eretto ne 1675 l’attuale tempio , su progetto dell’architetto Guarino Guarini. I lavori sono stati possibili grazie al sostegno della Fondazione CRT e a una raccolta di fondi che ha visto 278 sottoscrittori.
La Fondazione CRT, secondo un innovativo metodo di interveto, ha raddoppiato la cifra raccolta con la sottoscrizione: in totale sono stati spesi oltre 134 mila euro.
Ma che cosa si vede ora nella vecchia Cappella del convitto situata al primo piano del santuario?
Sulla parete Sud è apparsa una grande figura dalla veste colorata , nell’atto di protendere la mano verso l’alto e reggere on l’altra un cartigli: le parole scritte ci dicono che potrebbe essere il patriarca Abramo.
Sulla parete Nord sono comparse due grandi figure inquadrate da elementi architettonici che recano in mano dei cartigli.
Alla sommità delle pareti , nelle fasce decorate, si riconoscono due volti : uno è un volto maschile, il cui copricapo ci indica che è un monaco, probabilmente San Benedetto come suggeriscono anche alcune lettere rinvenute ai lati. I primi monaci della chiesa di Sant Andrea erano benedettini, in fuga da Novalesa sotto l’incalzare delle scorrerie dei saraceni che imperversavano sui due lati delle Alpi.. L’altro volto è femminile , con il capo velato.
Non si è solo lavorato sui reperti romanici. Nel catino absidale di probabile costruzione secentesca, è stata riportata alla luce una decorazione floreale a grandi ghirlande e motivi vegetali, nascoste dalle più recenti pitture decorative.
Questo importante svelamento è il frutto di un percorso avviato nel 2009 dal santuario in collaborazione con le Soprintendenze del Piemonte, che ha portato alla luce significativi elementi della decorazione e dell’architettura della prima chiesa di Sant’Andrea, una grande costruzione che fu poi inglobata nel nuovo Santuario voluto dai Savoia.
Il Presidente di fondazione CRT Giovanni Quaglia ha detto che la Fondazione ha un rapporto speciale con il Santuario cella Consolata,la chiesa forse più significativa della religiosità torinese. Ha anche annunciato la presentazione d un nuovo progetto dal titolo “Santuari e comunità: storie che si incontrano”. Saranno coinvolte tutte le diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta e si porrà attenzione anche all’accoglienza . “I Santuari“, ha detto Quaglia, “sono visti da sempre come luoghi di religiosità, ma anche dove vanno le persone in difficoltà morali, spirituali e materiali per trovare conforto”.
P. G.