Se un fotografo rock (fra i più celebri della storia musicale internazionale) incontra, in un faccia a faccia all’ultima parola, uno scrittore ancor giovane ma già con una bella serie di titoli in saccoccia- l’ultimo “La guerra dei Murazzi” per Marsilio Editore – e collaborazioni molteplici con quotidiani e riviste (anche musicali), programmi tv, case di produzione cinematografiche e compagnie teatrali…
Ebbene sì, l’occasione è proprio di quelle intriganti. Di quelle che sarebbe opportuno non perdere. Perché da quell’incontro (vivamente consigliato agli appassionati di fotografia e di musica e di parole) potresti portarti dietro un impensabile e forse imprevedibile fagotto di emozioni, su cui riflettere e giocarci sopra per meglio capire il segreto di mestieri -il fotoreporter, lo scrittore e mille altri – impegnati ogni giorno a svelare la complessità dell’animo umano e del senso più profondo ( “anche se un senso – dice un grande – non ce l’ha”) della vita.
A conferma, ecco infatti, i temi di dialogo possibile fra i due: Come si vede la musica? O meglio, come si ascoltano le immagini? Come può uno scatto raccontare davvero un artista, coglierne il percorso e la poetica? Coglierne l’anima, le paure, le gioie, i dubbi, il suo personale rapporto con il pubblico con la gente con i fatti del mondo che gli girano intorno?
Guido Harari (è lui il fotografo rock, origini egiziane e albese d’adozione) cercherà di rispondere a queste domande illustrando la sua quarantennale carriera e chiacchierando con lo scrittore torinese Enrico Remmert.
L’appuntamento (ingresso libero) è per martedì 28 novembre, alle ore 18.30, allo “Spazio Don Chisciotte” della Fondazione Bottari Lattes, in via della Rocca 37b, a Torino.
La conversazione sarà un viaggio nel mondo della musica, della fotografia e delle intersezioni possibili e impossibili tra queste due arti. Occasione, la mostra “Wall of Sound 10” che Harari presenta allo “Spazio Don Chisciotte” fino al 24 dicembre.
Tra i fotografi italiani più apprezzati e conosciuti all’estero, capace di raccontare i grandi artisti in un solo scatto, Guido Harari ha collaborato con artisti del calibro di Fabrizio De André, di cui è stato uno dei fotografi personali, Lou Reed, Giorgio Gaber, Bob Dylan, Vinicio Capossela, Kate Bush, Vasco Rossi, Lucio Dalla, Peter Gabriel, Enzo Jannacci e molti altri. Le sue immagini colgono gli artisti su set spesso improvvisati, in atteggiamenti inusuali, con espressioni talvolta inattese, da cui emerge in maniera immediata la loro personalità. In molti casi la vera molla di tutto si conferma una complicità autentica tra il fotografo e il suo soggetto. Sono ritratti che esprimono l’approccio umanistico e umanizzante che muove da sempre il lavoro di Harari, la sua intima cifra stilistica.
Gianni Milani
Info: Fondazione Bottari Lattes , tel. 011/19771755-1; www.fondazionebottarilattes.it