Le modifiche riguarderanno in primis l’ammissione all’esame stesso, il colloquio oeale e l’assegnazione dei crediti dal terzo anno in poi. Sempre più importanza verrà data alle esperienze di alternanza scuola lavoro. Per essere ammessi all’esame tradizionale ai ragazzi viene richiesto di aver raggiunto almeno la sufficienza in tutte le materie e di aver frequentato come minimo i tre quarti del monte ore prestabilito.
La riforma prevede che gli studenti dovranno avere sufficiente la media totale di tutte le materie, comportamento compreso, frequentando i tre quarti del monte ore. A partire dal terzo anno sono obbligatorie un minimo di duecento ore di alternanza scuola lavoro. Per valutare che gli studenti abbiano raggiunto il livello di preparazione stabilito a livello nazionale, saranno inserite, previa ammissione, tre prove invalsi di italiano, inglese e matematica. Ciò avrà delle conseguenze sulla struttura dell’ esame stesso. Questo non sarà più composto dalle attuali quattro prove, tema di italiano, prova sulla materia di indirizzo, colloquio orale e terza prova. Bensì solo dalle prime tre. La terza prova, che ha la funzione di valutare la preparazione generale degli studenti, verrà rimossa. Sebbene le altre due rimarranno, saranno apportate modifiche alla loro fisionomia. Il tema di italiano avrà un’impostazione argomentativa e tratterà, analogamente alla seconda prova, di argomenti multidisciplinari. La nuova impronta che si darà ai nuovi scritti sarà finalizzata a penalizzare lo studio nozionistico a favore della dimostrazione delle capacità logiche, argomentative e linguistiche. Questo aspetto innovativo, riguarderà anche l’orale. Infatti, non è più prevista la tesina, ma il colloquio avrà tutt’altro prospetto. Inizierà con la lettura di un testo di qualsiasi natura, che aprirà la possibilità ad ogni professore di guidare il discorso senza che questo sia preimpostato dalla tesina degli studenti. In seguito, dovranno riportare un discorso sulla loro esperienza di alternanza scuola lavoro.
Tra gli ultimi aspetti che verranno modificati dalla riforma vi è l’assegnazione dei crediti. Questa dislocherà l’importanza dall’esito dell’esame in sé al percorso scolastico degli studenti. I crediti assegnati dal terzo anno in poi, infatti, passeranno da un massimo di 25 ad un massimo di 40. Di conseguenza le due prove scritte e l’esame orale saranno valutati con un massimo di 20 punti ciascuno.
La maturità è solamente uno degli aspetti che il disegno di legge della Buona Scuola provvederà a rivoluzionare. Essa è il frutto di un lavoro iniziato già nel 2014, che ha prodotto D. Lgss. già diventati esecutivi e altri ancora in fase di lavorazione. Queste operazioni si propongono di creare “un’offerta formativa più ricca e flessibile per gli studenti, un piano straordinario di assunzione di 100.000 insegnanti, risorse stabili per la formazione e la valorizzazione dei docenti, investimenti a hoc per laboratori e digitale”.
(GiovaniRedattori – N. M. I.)
Per saperne di più: La buona scuola; Repubblica; La Stampa