Siediti vicino a me – Festival delle Migrazioni

La vicinanza nella lontananza (geografica, ma non solo) e nella diversità come nell’immagine che campeggia in questi giorni nel capoluogo piemontese per  promuovere “Siediti vicino a me – Festival delle Migrazioni“, per conoscere e comprendere attraverso l’empatia, temi come la migrazione, la convivenza, il dialogo condiviso.

Un elefante e un cane, seduti l’uno accanto all’altro, che guardano un orizzonte senza fine, un mare che li separa da qualcosa o che può essere il veicolo di nuove rivelazioni, capaci ancora di stupirli. Non ci rimane che sederci insieme a loro  e accogliere l’invito degli organizzatori del Festival “a riflettere sulle resistenze culturali, sulla convivenza, sul concetto di comunità e accoglienza, sul fenomeno migratorio” per scoprirlo.  Lontano e contro ogni forma di paura ed in maniera meno astratta, semplicistica o strumentalizzata di quanto fin troppo spesso accade. E per fare questo, cosa c’è di meglio del dialogo e del confronto tra popolazione autoctona e persone di diverse provenienze che da anni sono residenti qui e sono diventate cittadine italiane, le seconde e terze generazioni, o raccontare le storie dei protagonisti delle migrazioni attraverso l’arte e la conoscenza dell’altro?

Se è vero che l’arte può stimolare l’empatia allora la prima edizione di Siediti vicino a me – Festival delle Migrazioni, organizzato come evento di Terra Madre IN, ideato dalle Compagnie torinesi  A.C.T.I. Teatri Indipendenti, AlmaTeatro e Tedacà, con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione Piemonte dal Vivo e Compagnia di San Paolo,  va sicuramente in questa direzione.
Lo testimonia il ricchissimo e fittissimo programma della manifestazione suddiviso tra gli spazi di San Pietro in Vincoli, Sermig – Arsenale della Pace, Scuola Holden e Cottolengo, nei rioni Porta Palazzo e Borgo Dora di Torino, fatto di spettacoli (teatro e concerti), incontri e momenti di convivialità.

Tra i protagonisti che si avvicenderanno sui diversi palchi Gabriella Ghermandi, scrittrice e cantante italo-etiope che giovedì 20 settembre con “Atse Tewodros Projects”, proporrà un concerto dialogo tra musicisti etiopi e italiani (ore 21:00 Scuola Holden), ed Ottavia Piccolo (Cottolengo, domenica 23 ore 21:30) che in “OCCIDENT EXPRESS, darà voce alla vera storia di Haifa, anziana donna irachena che nel 2015 percorre 5.000 km per sottrarre la nipotina alla guerra. E ancora venerdì 21 alle 19:45 in San Pietro in Vincoli, grazie alla compagnia Piccoli Idilli saliranno sul palco tre griot, i custodi delle tradizioni orali africane, parte della rappresentazione “Senza Sankara”.

Non mancheranno i temi e le occasioni di incontro con i grandi temi cruciali dei giorni nostri. Dal caporalato con Yvan Signet, a Frontiere rivali, frontiere solidali sul contrastato passaggio in Francia dei Migranti con Marco Revelli, il sindaco di Oulx, e i francesi di Roya Citoyen. Senza dimenticare l’appuntamento di domenica 23 settembre  alle ore 17:00 presso la Scuola Holden con l’ autore di “La Grande Cecità. Il cambiamento climatico e l’impensabile”, Amitav Gosh, per parlare dei legami tra global warming e migrazioni e gli appuntamenti legati alla convivialità. Tra gli altri la Cena delle cittadinanze, sabato 22 alle 20:00 negli spazi di San Pietro in Vincoli e il Pranzo dei popoli, giovedì 20 alle 12:00 al Sermig.

G. B.

Per saperne di più: www.festivaldellemigrazioni.it  – Facebook: Festival delle migrazioni – Siediti vicino a me  – Instagram: @festivaldellemigrazioni

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