Google City

Google city

Da qualche mese circolava la voce secondo cui Google stesse covando il sogno di costruire una città a misura di Google, una sorta di laboratorio urbano permanente in cui mettere in pratica tutti i progetti, dai dispositivi domotici al traffico gestito da intelligenze artificiali, su cui Alphabet (l’azienda statunitense fondata nel 2015 come holding a cui fanno capo Google Inc. e altre società controllate) sta lavorando da anni.

Il progetto è in corso di sviluppo nei cantieri di Sidewalk Labs, società afferente ad Alphabet e guidata da Daniel Doctoroff, uno dei responsabili dello sviluppo economico di New York sotto l’amministrazione Bloomberg. Doctoroff ha messo al lavoro più di 100 teste pensanti, che si starebbero occupando di mettere nero su bianco un progetto che potrebbe impegnare l’azienda per diversi anni e richiedere investimenti per diversi miliardi di dollari.

La “Google City” dovrebbe sorgere nel centro di San Jose, cittadina della Silicon Valley, nei pressi di San Francisco ed a poca distanza da Mountain View, atuale sede di Google. Il consiglio comunale della località californiana ha deciso di negoziare la vendita di 16 appezzamenti di terreno di proprietà della città. Il progetto è attualmente nella fase di acquisizione dei terreni e nessun piano di sviluppo è stato ancora approvato. Ma Google sta perseguendo questa impresa con piena forza e l’accordo è stato fortemente sostenuto dal sindaco di San Jose così come dal vice sindaco. Molte associazioni di residenti a San José sono attive per verificare che il progetto non emargini le comunità a basso reddito e non riduca la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili.

Il progetto, che sarebbe separato dal campus di Google a Mountain View, prevede di trasformare l’area di Diridon Station di San Jose in un enorme hub di transito, completo di un villaggio di Google che potrebbe ospitare fino a 20.000 lavoratori. Se il progetto riceverà piena approvazione, il gigante tecnologico costruirà in un’area di circa 6-8 milioni di metri quadrati una serie di uffici e fino a 3.000 unità abitative. I grandi investimenti sui trasporti compresi nel progetto – tra cui BART, ferrovia ad alta velocità, transito rapido per autobus e la stazione elettrica Caltrain – renderebbero la” Grand Central Station “della West Coast”, secondo i promotori. Vari gruppi di investitori hanno già speso oltre 180 milioni di dollari per acquistare parcheggi, edifici industriali e persino alcune residenze nella zona di Diridon Station

A partire dalla metà del dicembre del 2016, il ritmo degli acquisti di proprietà è aumentato. Due gruppi di investitori immobiliari con connessioni con Trammel Crow o direttamente con Google, hanno acquistato immobili nell’area che ospita un vasto assortimento di siti industriali oltre ad altre proprietà. Gli acquirenti, operanti con i nomi TC Agoge Associates e Rhyolite Enterprises, hanno speso un totale di 130 milioni di dollari.

Per comprendere l’idea di una Google City come città del futuro non bisogna dimenticare che esistono da tempo progetti su cui Google sta investendo milioni di dollari e che trarrebbero giovamento da un ambiente urbano dedicato. Uno su tutti: le Google Car senza pilota: da anni Google sta assumendo fior fiore di accademici ed esperti in intelligenza artificiale per dare alle proprie vetture automatiche un cervello che consenta di sostituire la capacità di giudizio di un pilota umano. In una futuribile Google City queste auto troverebbero il proprio ambiente naturale: invece di doversi integrare in un traffico caotico e imprevedibile, potrebbero interagire in modo da minimizzare code e incidenti; in poche parole: il concetto stesso di traffico cambierebbe radicalmente. A questo bisogna aggiungere il lavoro di Google sulla domotica, sull’internet delle cose, per non parlare di Google Fiber e delle acquisizioni nel campo della robotica.

(E. P.)

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